XII sett. T.O. anno B: Signore aiutami!

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?» (Mc 4,35-41).

L’esperienza dei discepoli nel Vangelo è il conoscere chi è il Signore Gesù e far esperienza della Sua potenza, che oggi faranno all’interno di una tempesta. Ricordiamo inoltre che Marco indirizza il Vangelo a chi non crede, dunque è attraversato da una domanda di fondo: ma chi è Gesù? Il Signore, dopo aver parlato in parabole alla folla, sale in barca con i suoi che iniziano la navigazione. I discepoli partono decisi, ma ad un tratto si trovano ad affrontare qualcosa più grande di loro: una tempesta. È buio, il mare è sempre più burrascoso, la barca si sta riempiendo d’acqua… sembra una situazione senza via d’uscita tant’è che i discepoli iniziano a disperare: moriamo! Gesù nel frattempo dorme: non vi è solo stanchezza, ma anche la serenità di chi vive ogni cosa fiducioso nel Padre; ci ricorda anche quel “sonno della morte” che i suoi sperimenteranno nel sabato santo; ma questa “presenza dormiente” è anche segno di quella “presenza debole” del Signore, che ci sostie-ne nelle prove della vita ma senza sostituirsi a noi. I discepoli in preda al panico, gridano a Gesù con tono di rimprovero: Maestro, non t’importa che siamo perduti? I discepoli non conoscevano ancora Gesù, non avevano capito chi fosse davvero e che con Lui non si può affondare. Gesù allora si alza, sgrida autorevolmente la tempesta e subito si placa. Ci fermiamo un attimo: ma chi può sgridare una tempesta e quella gli obbedisce? Se ci proviamo noi che succede? ...

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