IV Dom. Pasqua (B): pastori o mercenari?



In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.  Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».  (Gv 20, 19-31)

La quarta domenica di Pasqua è la domenica del buon Pastore, dove si medita il capitolo 10 del vangelo secondo Giovanni. Quella del buon Pastore è un’icona amatissima da grandi e piccoli; nelle tombe dei primi cristiani è stata una delle prime icone: il pastore che con sicurezza porta sulle spalle la Sua pecorella, anche oltre il baratro della morte. Questa domenica ci aiuta a farci una domanda: nelle relazioni con Dio e con gli altri siamo pastori o mercenari? Il Signore Gesù dice: Io sono il buon pastore (cioè colui che guida, nutre, cura, protegge…), perché do la vita per le pecore (cioè per ognuno di noi). Ma ci sono anche i cattivi pastori, i mercenari, che quando arriva il lupo, fuggono. Il mercenario fa le cose perché ha una mercede, una ricompensa: a lui non interessa il bene degli altri, ma solo il proprio tornaconto; nelle cose ci sta fino a che gli conviene, se no “tanti saluti e arrivederci”. Il buon pastore invece è Colui che agisce nella gratuità, che ama e arriva a dare la Sua vita per le Sue pecorelle, perché gli appartengono. È quasi sproporzionato: un pastore disposto a morire per difendere le sue pecore. Da dove attinge un amore così grande, questa capacità di donarsi totalmente? Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me... 

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